nightmaresimulator

Resisti, vomita, fallo per poter riaccarezzare i tuoi figli, fallo per i tuoi genitori, vomita. Diceva piangendo quell’uomo adulto e bello come un attore dopo aver salvato un altro uomo da un baratro che improvvisamente si era creato fra l’erba secca intorno a quella maledetta casa nel nulla. Erba secca ovunque, alta e minacciosa. E crepitante. Quel fumo che entrava in casa era denso e nero e come vivo, ma bastava un po’ di corrente d’aria fresca a cacciarlo via. Non capiva lui, lasciava moglie e figlio dentro al sicuro e usciva a controllare, col cuore in gola, per la paura di qualcosa di invisibile. Cielo grigio, poco vento e rumori sinistri che provenivano da ovunque. Fino all’orizzonte di quella pianura morta non si vedeva un albero o una sola casa o una strada o una qualunque opera dell’uomo. Solo erba secca e alta. Girando dal terrazzo all’atrio davanti casa finalmente intravide delle fiamme, poche, lontane. Poi un uomo anziano che veniva verso di lui con una vecchia macchina rossa. Era il contadino ed era disperato. Diceva che ormai tutto era finito, ma voleva aiutarlo e mentre cercava di strappare l’erba più vicina alla casa per tenere lontano il fuoco, si aprì quel baratro, la terra lo spinse giù e lui urlava. L’uomo lo afferrò e lo trascinò su, lo fece alzare, sembrava stesse bene. Ma in faccia aveva qualcosa che gli impediva di respirare. Vomita, vomita! No, diceva il contadino anch’egli in lacrime, lasciami morire, per i miei figli, lasciami morire. Lacrime e orrore nel cercare di convincerlo a vivere e gettare tutta la sua angoscia in una piccola scatola di vetro. Vomitò tutto, anche un insetto bianco che sembrava gli avesse succhiato via la vita. Vomitò tutto.

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