ombre di cemento





mani imbrattate da decifrare
lussuose scarpe di camoscio macchiate del latte della madre
chilometri di ombra di cemento
pantani di fiato e di anima
burattino senza fili
briciole che possono asciugare paludi di fango

nulla è banale se è vomitato

nel cuore della notte voci e urla straniere infrangono con rivoli di sarcasmo l’angusta totalità d’essere
sognano castelli invisibili dove rifugiarsi e dove essere prigionieri contemporaneamente
urla di fuoco che cavalcano i giardini del castello
voci e urla estranee che risuonano come eco con le tue e aprono loro le gabbie e lasciano che da prigionieri divengano carcerieri

secondini scottati


[picture by philipp igumnov]

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