la vita è breve (centoventinove secondi)

solo sensazioni di panico e dolore poi subito dopo i nodi del pensiero iniziarono a trovare le loro prime parole e prima cosa fu la luce che non riuscivo a contenere troppa luce e troppa aria leggera e fredda che quasi soffocavo e i rumori iniziavano ad avere un significato spaziale che mi lasciava percepire ciò che avevo intorno e vidi in ordine il mio pollice la mia mano il braccio il bianco del cuscino l’occhio di una donna il suo naso la sua bocca che baciai ardente di desiderio e fame poi soddisfatto iniziai ad amare il mio corpo che adesso potevo riconoscere e la mia anima che non aveva i confini del corpo ma che abbracciava e possedeva tutto quello che c’era nella stanza compresa quella donna durò pochissimo perché la donna si allontanò e sperimentai che ci sono molti modi di soffrire dopo ventisette secondi camminavo e vegliavo il corpo senza vita di mia madre vortice di domande e ribellione piangevo e parlavo con quell'altra donna dagli occhi di ghiaccio stessa età e stessa sorte mentre ancora le parole si accavallavano e si impastavano in significati immaturi dopo dodici secondi intuii i suoi occhi e la baciai e provai quell’altro amore che ancora non conoscevo e parlavamo accaldati sul letto che avrebbe visto nascere nostro figlio e iniziai ad avere paura e a pensare di aver vissuto già tanto senza nemmeno la consapevolezza del mio tempo così in fretta tutto così in fretta lo diceva sempre mia madre e diceva pure che se ci fosse stato concesso più tempo lo avremmo lasciato fuggire noi qui che crediamo di braccare gli istanti e i secondi come i cristalli di tempo più preziosi che abbiamo disse così cristalli di tempo parlavamo accaldati e sapevo che quella era la cosa più bella che mi sarebbe capitata nella vita e ricominciai a piangere perché l’avrei voluto provare ancora avrei passato intere ore con lei su quel letto a parlare e fare l’amore dieci venti volte e glielo dissi e lei mi guardò e mi accarezzò e mi disse di piangere tutte le lacrime e risparmiare solo sorrisi per nostro figlio solo sorrisi e condividere con lui la leggerezza dell’infanzia che non ho avuto ancora mi asciugavo il viso mentre nasceva mio figlio e mentre il ventre di lei diventava già poco accogliente per un’altra creatura e cresceva su quel letto guardando gli altri figli invidiandoli perché più grandi e poi perché più piccoli e lo guardavo crescere sentendo la felicità di vederlo così curioso e meravigliato figlio della mia vita poterlo stringere e poter sperare per lui i secondi che sono i cristalli di tempo più preziosi che abbiamo e quei secondi si allungavano come l’ombra di quell’unico sole nella vecchiaia che non ha avuto occasione di rendermi saggio morivo dopo centoventinove secondi dalla mia nascita cinquantaquattro secondi accanto a mio figlio e una vita intera con lei senza aver avuto il tempo di smettere di desiderare altro

Nessun commento:

Posta un commento