strade

strade deserte di estati euforiche che diventano nostalgia di profumi, bande che suonano l'aria e tutto vibra come di un terremoto di vento. imparando a vacillare decidi di danzare come le foglie, perché non c'è altro modo di muoversi se non quello di lasciare il rifugio dai colori stanchi e avvicinarsi a quei ritmi, senza discrezione, con tutta la vitalità che loro tengono nascosta

le corde dei loro cuori mutevoli suonano la musica dell’ipnosi, la musica di amanti irragionevoli che si immaginano cerchi concentrici illuminati da una pioggia di tuoni che allarma e sveglia. tuoni in identiche contraddizioni, identità contraddittorie che non spiegano ma raccontano. una corsa lenta di intervalli piccoli e armonici incastonati da macchie di note ripetute. non importa, nulla se non questa musica e giostre ad occhi chiusi e desideri che immaginano e accenni di sorrisi, che se poi arrivano ti stringono fino a respirarti