james joyce - ulisse

Ombre silvane attraversavano fluttuando silenziose la pace mattutina dalla
cima della scala verso il mare dove egli teneva fisso lo sguardo. Sulla
spiaggia e più al largo biancheggiava lo specchio d'acqua sommosso da piedi
frettolosi dai leggeri calzari. Bianco seno di fosco mare. Vocaboli paralleli,
a due a due. Mano che pizzica le corde dell'arpa congiungendo gli accordi
paralleli. Biancondose appaiate parole baluginanti sulla fosca marea.

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Il vuoto incombe certamente su tutti quelli che tessono il vento [...]

calamita di fumo

Noia e inquietudine. 
Calamita di fumo, di un fumo senza odore che protegge gli sguardi. Fumo senza odore che si impregna di quegli sguardi, tiene tutto senza cederlo e lascia impronte labili. Nasconde nell’amara leggerezza occhi fumosi e concreti che afferrano vapori irreali. Noia e inquietudine immortalate negli stessi sguardi che chiedono senza desiderare e si disperdono al primo soffio di vento. 
Calamita di fumo e calamita del fumo di altre voci che senti ma non vedi. Come un richiamo di sirene che inebria l’anima di altre sirene. Perché il fumo ti ha sciolto gli occhi. 
Noia e inquietudine e sguardi. Che vogliono sciogliere tutti gli altri occhi. Noia e inquietudine e rabbia che non puoi sentire come non puoi vedere i tuoi stessi occhi senza rifletterli negli altri.